La sfida della campagna "Noppaw" (Nobel Peace Prize for Africa Woman) che si propone di candidare le donne del Continente Nero al prestigioso riconoscimento: lavorano, producono, sono fondamentali nella vita sociale e non hanno quasi diritti...
di EMANUELA STELLASono la spina dorsale di un continente che cammina con i loro piedi. Sono le donne africane, che in tutti i settori della vita, dalla cura della famiglia all'economia, alla politica alla cultura, all'impegno ambientale, assicurano un futuro ai loro figli in paesi ostaggio di guerra, povertà e malattie. Perché il loro ruolo sia formalmente e ufficialmente riconosciuto è nata una campagna internazionale per l'assegnazione del premio Nobel per la pace 2011 alle donne africane, che possono divenire un investimento per il presente e il futuro non solo dell'Africa ma del mondo intero.
E' l'ambiziosa sfida della Campagna Noppaw (Nobel Peace Prize for African Women) 1, promossa dalla Cooperazione italiana insieme a Cooperazione Cipsi e a ChiAma l'Africa. L'obiettivo è raccogliere due milioni di firme attraverso il sito web e la pagina facebook. La macchina organizzativa procede a pieno ritmo: un dossier con le storie di vita, di sofferenza e di riscatto di 150 donne del continente è stato già inviato al comitato promotore di Oslo, insieme alla richiesta ufficiale della candidatura e alle 35mila firme raccolte finora in tutto il mondo.
In Africa sono in maggioranza le donne a lavorare i campi. Ad esse, che controllano il 70% della produzione agricola, che producono l'80% dei beni di consumo e assicurano il 90% della loro commercializzazione, è quasi sempre impedito di possedere un pezzo di terra. Ma sono milioni le donne in tutto il continente che, in città, hanno imparato a sopravvivere inventandosi attività produttive e commerciali. In Africa Occidentale il prêt-à-porter è per il 95% in mano alle donne. E là dove la tradizione crea barriere o limiti, l'intraprendenza e l'intelligenza delle donne riescono a spuntarla, grazie a un forte spirito di solidarietà. A Lomé i grandi commercianti di pesce sono donne, che possiedono anche due terzi dei pescherecci. Senza l'oggi delle donne non ci sarebbe nessun domani per l'Africa. E' indiscutibile il progresso che le donne africane hanno compiuto nella vita politica, economica e culturale a tutti i livelli. Ma non è che una goccia nell'oceano nella valorizzazione delle loro capacità e del loro impegno, e molta strada resta ancora da fare.
Continua ...
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