mercoledì 16 marzo 2011

Wikileaks accusa il Giappone: Tokyo sapeva del rischio nucleare

Super idranti utilizzati per raffreddare i reattori.

TOKYO - Questa volta, il noto e seguitissimo portale di Wikileaks, si scaglia contro il governo Giapponese e, con la pubblicazione di un cablogramma americano, conferma che a Tokyo era arrivato un preciso avvertimento direttamente da un funzionario dell'Aiea nel dicembre 2008: secondo i test effettuati dagli esperti americani, infatti, la maggior parte delle centreli nucleari nipponiche possedeva sistemi di sicurezza antiquati ed inadeguati a sopportare un violento terremoto.
In barba al luogo comunque che descrive i Giapponesi come molto scrupolosi, tecnologicamente all'avanguardia e disciplinati, nel documento di Wikileaks riportato anche dal Telegraph si legge inoltre che:"L'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare e industriale ritiene che il reattore sia sicuro e che tutti i test di sicurezza siano stati condotti in modo appropriato". La precisazione, segue una sentenza che chiedeva l'immediata chiusura di una centrale atomica proprio a causa di standard di sicurezza incapaci di affrontare un sisma di grosse proporzioni. Nel 2009, infatti, Tokyo riuscì a far revocare la sentenza e mantenne l'impianto aperto e funzionante.
LA DENUNCIA DI UN DEPUTATO GIAPPONESE
Ma c'è di più: il cablogramma descrive con chiarezza la denuncia presentata ai diplomatici Usa da un deputato Giapponese. Secondo il politico nipponico, il governo del suo paese stava "insabbiando" gli incidenti nucleari verificatesi nelle centrali a rischio. Ma anche la stesso Tepco, sottolinea ancora Wikileaks, non è nuova ad episodi di scarsa trasparenza e distorsione delle informazioni sui danni subiti dai propri impianti nucleari. Già nel luglio 2007, come ricorda El Pais, un terremoto di magnitudo 6,8 danneggiò l'impianto di Kashiwazaki-Karuwa. Subito dopo i primi rilevamenti su quello che è il più grande impianto al mondo (con ben sette reattori), la Tepco tentò di minimizzare il computo dei danni; salvo poi ammettere 24 ore dopo che i progettisti non avevano preso in considerazione l'eventualità di un terremoto così forte.
E' sicuramente la fine di un'era, quella del nucleare, che proprio in Italia si stava tentando con ogni mezzo di rilanciare. Ciò che è accaduto in Giappone, con le misure di sicurezza rivelatesi insufficienti a garantire la salvaguardia totale della popolazione e la proverbiale pignoleria che non è bastata ad evitare il peggio, ha spinto infatti ad una riflessione profonda e non dettata esclusivamente dall'onda emotiva contingente. L'immane tragedia che ha colpito e devastato la nazione asiatica, avrà forse come unico lato positivo una nuova e più forte consapevolezza riguardo l'importanza di investire sulle energie rinnovabili.
UN MEGA IDRANTE PER EVITARE LA FUSIONE
Dopo i vari tentativi falliti dagli elicotteri, si è tentato di raffreddare i punti critici ed evitare la fusione delle barre attraverso un mega-idrante. Al contempo, dagli States, saranno presto messe a disposizione delle pompe ad alta pressione per spegnere gli incendi e combattere gli aumenti di temperatura all'interno della centrale di Fukushima. Sempre dagli Usa, dovrebbero arrivare alcuni droni; aerei senza pilota che vengono "telecomandati" sull'area a rischio senza esporre alle radiazioni nessun militare e monitorando la situazione in tutta sicurezza.
Continua ....

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