mercoledì 25 maggio 2011

Nei conti di Anemone i segreti di casa Scajola

Dal compromesso alla terra dei vasi, ecco i "favori" dell’imprenditore. Gli atti da Perugia a Roma. I pm: indagate l'ex ministro per riciclaggio

GUIDO RUOTOLO

INVIATO A PERUGIA La procura di Perugia ha trasmesso gli atti dell’inchiesta sulla «cricca del G8» ai colleghi di Roma, suggerendo di procedere per riciclaggio nei confronti di diversi soggetti, tra cui l’ex ministro Scajola. Giovedì dovrebbero arrivare ai pm della Capitale anche gli archivi dell’imprenditore Anemone, dove sono segnate tutte le uscite, «favori» compresi. È Claudio Scajola oppure Pietro Lunardi quel «ministro» che il 27 ottobre del 2005 fece cacciare 100 euro all’imprenditore Diego Anemone per un «frullatore»? E che dire poi di «Bertol», ovvero Guido Bertolaso, che il 31 agosto del 2004, ottiene la «riparazione tv per 120,00 euro»? Ma anche la bolletta Acea (acqua e gas) di Bertolaso la paga Anemone. Il primo settembre del 2004: «44,25 euro». Chi è tra i due ministri Scajola e Lunardi il beneficiario di 5 milioni di vecchie lire, registrate il 25 ottobre del 2001, sempre da parte di Anemone? Certo, se fosse solo una questione di date, il problema potrebbe essere risolto: nell’ottobre del 2001 Claudio Scajola era ministro dell’Interno, ma non nel 2005, essendosi dimesso nel 2002 per le polemiche su quella improvvida frase sul giuslavorista ucciso dalle Br, Marco Biagi, definito «un rompicoglioni». Mentre Pietro Lunardi è stato per tutta la legislatura 2001-2006 ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. E dunque il ministro potrebbe essere Lunardi. Ma il 31 ottobre del 2001 Anemone spende un milione di lire nell’autista di Scajola. E allora la certezza sull’identità del ministro inizia a vacillare. Che confusione. Il dubbio, comunque, potrebbe essere sciolto dalla Procura di Roma alla quale Perugia ha trasmesso gli atti dell’inchiesta sulla «cricca», «sui Grandi Eventi» (esclusa la parte che riguarda l’ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro). E i pm Sergio Sottani e Alessia Tavernesi avrebbero suggerito ai colleghi romani di procedere per riciclaggio nei confronti di diversi soggetti, come Claudio Scajola, che non è stato indagato per i reati connessi di corruzione e dunque, per competenza, la sua posizione è stata stralciata e inviata a Roma.

Continua ...

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/403895/

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