lunedì 18 luglio 2011

Bergamini, caso riaperto 'Fu omicidio, non suicidio'


Il calciatore del Cosenza morì nel novembre 1989 investito da un camionista sulla Statale Ionica. Il caso fu archiviato con l'ipotesi del suicidio, ma la famiglia non s'è mai arresa ed ora è riuscita nel suo intento di ridiscutere tutto


Bergamini, caso riaperto 'Fu omicidio, non suicidio'
Donato Denis Bergamini
FERRARA - Caso Bergamini, si riparte: il gip del tribunale di Castrovillari ha accolto al richiesta della procura locale di aprire l'inchiesta sulla morte del calciatore del Cosenza calcio in serie B morto nel novembre 1989, a 27 anni. Il gip Collazzo ha accolto anche la rubricazione dell'ipotesi di reato, di omicidio volontario, così come avevano richiesto i familiari del calciatore e il loro legale Eugenio Gallerani di Ferrara, che nei mesi scorsi avevano depositato alla procura di Castrovillari una copiosa e argomentata memoria in cui si chiedeva la riapertura dell'inchiesta, archiviata nell'arco di questi 22 anni più volte, la prima dopo un processo a carico del camionista che investì il calciatore per omicidio colposo, (sentenza di assoluzione definitiva) e dopo una ulteriore indagine riaperta negli anni successivi e archiviata con il titolo di reato di omicidio volontario.

LA CRONACA - Donato Denis Bergamini morì investito, secondo le inchieste che si sono ripetute negli anni, da un camionista, sulla Statale Jonica, a Marina di Capo Roseto Spulico.  E proprio il camionista che guidava il camion fu, appunto, processato per omicidio colposo, ma nei processi che si celebrarono fu sempre assolto e l'assoluzione diventò definitiva. Nella indagine si parlò sempre e solo di omicidio colposo, per la non accortezza nella guida del camionista, che investì il calciatore che si trovava, sempre secondo gli atti giudiziari dei processi, in compagnia di una ragazza, Isabella Internò, 
con cui aveva avuto una relazione, unica testimone che sostenne sempre che Denis Bergamini si fosse lanciato contro il camion in movimento, mentre si trovava sul ciglio della strada. La tesi ufficiale si bilanciò tra il suicidio e l'incidente, anche se all'epoca e nel corso dei decenni seguenti, giornali parlarono sempre di una morte anomala, con l'ombra del calcio scommesse del totonero, della droga e anche tesi più private.

LA FAMIGLIA: FU OMICIDIO, NON SUICIDIO - La famiglia Bergamini ha sempre
sostenuto non si trattasse nè di suicidio nè di incidente, ma di qualcosa di ben più grave "per noi - aveva spiegato Donata Bergamini, sorella maggiore di Denis di un anno, anche a nome del papà Domizio che da 22 anni lotta per la verità sula morte del suo Denis - qualcuno lo ha ucciso, ne siamo sempre stati convinti e ora anche tecnicamente abbiamo gli elementi per poterlo dimostrare, per questo abbiamo chiesto alla procura di riaprire il caso". L'avvocato Gallerani, dal canto suo, dopo la notizia della decisione del gip di Castrovillari si dice ampiamente soddisfatto e ribadisce " che gli elementi in nostro possesso possono a nostro avviso far riaprire il caso, crediamo sia necessario".
Continua ...

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