giovedì 14 luglio 2011

Il Minnesota è fallito. A quando il resto degli Usa?


La bandiera americana conta cinquanta stelle ma una si è appena spenta per bancarotta. Fuor di metafora, il Minnesota ha dichiarato default, mandando a casa 23.000 dipendenti pubblici su 32.000 totali. Semplicemente perché non ha i soldi per pagarli, come non li ha per le dotazioni degli uffici né per le infrastrutture in corso d'opera.
Ufficialmente i dipendenti sono in “furlough”, vale a dire in sospensione dall’impiego senza retribuzione, fino a nuovo ordine. Solamente i servizi sanitari e di sicurezza di base e le università restano operativi.
Questo è il risultato della scriteriata politica dei Repubblicani, al potere per oltre vent'anni, che nel corso della loro gestione hanno sistematicamenteridotto l'imposizione fiscale per le classi più agiate, aumentando nel contempo le spese statali. Una combinazione dissennata che ha svuotato le casse statali, fino alla decisione del governatore Mark Dayton di chiudere bottega.
Non è la prima volta che il Minnesota si ritrova a corto di liquidi. Anzi, è già il secondo episodio in sei anni. Nel 2005 l'allora governatore Tim Pawlenty, attuale candidato alle presidenziali del prossimo anno dichiarò la chiusura degli uffici pubblici per otto giorni.
Continua ...

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