martedì 30 agosto 2011

Svizzera, animalisti sconfitti «Legittimo sparare ai gatti»

Erano state raccolte 14 mila firme per bloccare la caccia

MILANO - Lara Croft ci ha provato. Con la sua faccina triste e la zampetta sinistra sollevata da terra ha cercato di convincere gli umani del suo Paese, la Svizzera, a non imbracciare il fucile per sparare a quelle come lei. Niente da fare. È stato un buco nell'acqua. E sì che ne ha raccolte di firme con la sua petizione: in tutto, 13.700.

«Diciamo basta alla caccia dei gatti erranti» c'era scritto in quella benedetta petizione con la sua foto. 13.700 fogli mandati al Bundesrat, il Consiglio federale, perché abolisse - appunto - il permesso di caccia che avviene quasi sempre a fucilate, con il risultato che spesso le pallottole feriscono soltanto e da quel momento in poi i poveri felini si ritrovano a vagare sanguinanti per giorni e giorni. Muoiono sfiniti dal dolore o, se va «bene», restano mutilati. A Lara Croft è andata bene e con il tempo ha imparato a fare a meno della zampa ferita.

Luc Barthassat, deputato del cantone di Ginevra, si è dato un gran daffare per aiutare i ragazzi di Sos Chats che hanno lanciato l'idea della petizione «per fermare questo massacro». Ne ha fatto una campagna sua, l'ha sostenuta nelle sedi pubbliche, ha moltiplicato contatti e firme, «rendiamo possibile la caccia soltanto in caso di allarme sanitario, per esempio un'epidemia di rabbia» ha mediato. Tutto inutile. La risposta del governo (che aveva ricevuto a giugno le firme) è stata «no»: sono i singoli cantoni a decidere delle soppressioni, ha fatto sapere quattro giorni fa il Consiglio federale. E poi, rivelano i siti d'informazione e i giornali elvetici, il Bundesrat ritiene necessario lo «sfoltimento dei gatti randagi» sia perché mettono in pericolo costante uccelli, lepri e rettili, sia perché da «erranti» finiscono con l'accoppiarsi a gatti molto più selvatici di loro minacciando così, con possibili malattie, la sopravvivenza stessa della specie domestica.

Continua ...

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