martedì 30 agosto 2011

“Tagliamo l’otto per mille alla Chiesa”

Acquaviva, che lavorò al Concordato: oggi quella percentuale è troppo alta

Zitto zitto, senza il clamore degli altri ma con la tattica della tortura della goccia, il Corriere della Sera continua a portare in pagina la questione dei privilegi della Chiesa. Oggi tocca alle dichiarazioni di Gennaro Acquaviva, che fu il plenipotenziario di Craxi quando il governo italiano revisionò il Concordato nel 1984:

Acquaviva chiarisce cosa intende dire: «Da almeno 10 anni quella percentuale (l’8 per mille appunto) è troppo alta, andrebbe, secondo me, ridotta almeno di un punto, dall’otto al sette per mille». Ex senatore socialista che si definisce «figlio fedele della Chiesa e cattolico praticante», vede ora la necessità di un cambiamento. «Perché— spiega—in questi anni è cresciuto, e grazie a Dio in maniera cospicua, il gettito Irpef». Dalla metà degli anni Novanta la ricchezza personale degli italiani è molto aumentata. «Quindi il meccanismo che avevamo individuato— continua— è andato molto al di là di quello che potevamo immaginare nell’84, sia da parte italiana sia da parte della Cei». Acquaviva non chiede certo alla Chiesa di pensare a «una rinuncia, ma a una riduzione», questo sì, «per coerenza con lo scopo dell’8 per mille».

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http://www.giornalettismo.com/archives/142589/tagliamo-lotto-per-mille-alla-chiesa/

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