martedì 30 agosto 2011

Interrogati per sei ore i fratelli di Parolisi

Nel pomeriggio, insieme al padre, l'incontro in carcere con Salvatore Gli avvocati difensori: «Non c'è nessun tesoretto segreto»

Alessia Marconi TERAMO Hanno sempre rifuggito le telecamere, chiusi nel loro dolore e increduli che una tragedia così grande possa essersi abbattuta proprio sulla loro famiglia. E anche ieri mattina, quando sono stati ascoltati per la prima volta dai magistrati come persone informate dei fatti, i familiari di Salvatore Parolisi hanno mantenuto quel contegno e quella riservatezza che li ha contraddistinti fin dalla morte di Melania. Francesca e Rocco Parolisi, rispettivamente sorella e fratello di Salvatore, sono arrivati a Teramo negi uffici della Procura ieri mattina intorno alle 10.30 per uscirne solo intorno alle 18.30. La prima, casalinga, è stata ascoltata per ben tre ore e mezza. Il fratello, agente di custodia in un comune del nord, ha invece parlato davanti ai magistrati per circa due ore mezza. E anche se sul contenuto delle loro dichiarazioni vige il massimo riserbo, sembra che con loro i pm Davide Rosati e Greta Aloisi e i carabinieri di Ascoli e Teramo (erano presenti i comandanti dei rispettivi nuclei operativi) abbiano voluto approfondire alcuni aspetti legati alla personalità di Salvatore. A loro avrebbero chiesto di raccontare come si comportava il caporalmaggiore, quali erano i suoi rapporti in famiglia, se aveva mai raccontato a casa dei suoi tradimenti. L'obiettivo, probabilmente, era quello di chiarire il contesto in cui Salvatore si muoveva, il contesto in cui viveva. Capire se ai fratelli avesse raccontato qualcosa, magari per loro insignificante ma comunque utile per le indagini. E non è escluso che alla sorella gli inquirenti abbiano chiesto anche di alcune conversazioni telefoniche intercettate tra lei e Salvatore. In una di queste, infatti, Salvatore avrebbe detto: «Mi dispiace che ci ha rimesso Melania». Una frase sibillina, che probabilmente i due pm avranno cercato di chiarire anche per verificare eventuali confidenze, anche sulla vita in caserma, fatte da Salvatore alla sorella. Sei ore di domande e risposte, per i fratelli del caporalmaggiore. Ad accompagnarli, particolarmente provato, il padre Pasquale con il quale Rocco e Francesca sono andati a Castrogno a trovare Salvatore. Nella loro prima visita da quando il caporalmaggiore è stato trasferito a Teramo, gli hanno portato qualcosa da mangiare, anche le melanzane coltivate dal padre. «Speriamo che finisca presto, che arrivino presto alla verità - sono le uniche parole di Francesca - si tratta di un dolore che non auguriamo a nessuno». Intanto l'avvocato di Parolisi, Valter Biscotti, liquida come inverosimile l'esistenza di un tesoretto intestato al caporalmaggiore. Il legale respinge, al pari delle altre ipotesi tracciate dalla procura, anche il movente economico.

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