lunedì 12 settembre 2011

Amy Winehouse, il padre: uccisa dall'ansiolitico Librium

La nuova teoria dell'uomo rivelata in un'intervista alla Cnn.

Roma, 12 set. (TMNews) - Amy Winehouse sarebbe morta per colpa del Librium, un comune ansiolitico usato per combattere i sintomi dell'alcolismo: è la nuova teoria del padre dell'artista, Mitch, secondo il quale la figlia sarebbe deceduta in seguito alle convulsioni legate alla sua disintossicazione e "non c'era nessuno lì ad aiutarla". Mitch, intervistato dal programma di Anderson Cooper sulla Cnn, ha confermato che nel corpo della cantante di "Rehab" sono state trovate tracce del farmaco, il quale - secondo lui - aumentano le possibilità di avere spasmi. L'ex tassista, che si trovava a New York per discutere con lo storico crooner Tony Bennett (mercoledì uscirà ufficialmente il video del duetto con Winehouse, ndr) di una sua collaborazione con la Fondazione contro la droga intitolata alla figlia, ai funerali aveva detto che Amy era morta per avere smesso di bere in modo non graduale. Una spiegazione ufficiale delle cause della morte dell'artista di "Back to Black", non è tuttavia stata ancora fornita. Di fatto la cantante, che il 14 settembre avrebbe compiuto 28 anni, al momento del decesso - secondo l'autopsia - non aveva assunto droghe. "Credo che abbia avuto una convulsione e non c'era nessuno lì ad aiutarla", si è detto certo il padre. "Tutto quello che Amy faceva, lo faceva fino agli eccessi. Ha bevuto fino agli eccessi e si è disintossicata fino agli eccessi", ha dichiarato Mitch al talk show di Anderson sulla Cnn.

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