Il ciclone Borghezio, però, non si ferma. Garibaldi sarebbe addirittura “l’icona di ‘Roma ladrona’, un alleato della mafia, uno che ha portato i mafiosi nel Palazzo e non ha favorito il popolo e la gente per bene, come numerosi storici hanno inequivocabilmente accertato“. Sarebbe curioso chiedere a Borghezio di citare le sue fonti, senza limitarsi a parlare di “numerosi storici”.
Incalzato da Klaus Davi, Borghezio ha poi dichiarato che Gabribaldi “è un personaggio da dimenticare, l’imposizione per decreto di queste festività (il 17 marzo, ndr) è un atto totalitario e violento”. Forse Borghezio non sa che le feste nazionali non si decidono a tavolino davanti a un caffè ma necessitano tutte di un decreto ad hoc.
Lasciando da parte le dichiarazioni riferite a Garibaldi – i lettori sapranno giudicarle con il loro senso critico – viene da chiedersi come sia possibile per un partito nazionale come la Lega Nord accettare che taluni esponenti si lascino andare a sparate simili. La famosa “Roma ladrona” a cui fanno spesso riferimento, inoltre, è la stessa da cui da decenni ormai percepiscono un lauto stipendio. Una contraddizione di cui purtroppo spesso si dimenticano.
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