Ieri mattina tre vigili urbani di Milano, due agenti e un commissario aggiunto, sono stati buttati giù dal letto all'alba e si sono visti recapitare avvisi di garanzia per reati che variano dalla corruzione all'abuso d'ufficio, dalla truffa al falso ideologico.
Dopo una perquisizione nelle loro case e uffici, sono stati sequestrati computer, qualche cd e qualche agenda, chiavette usb e, almeno in un caso, anche soldi in contanti per quattromila euro.
Tra i reati anche abuso d'ufficio perché il commissario aggiunto avrebbe evitato a un amico del collega il pagamento di un verbale di oltre 4mila euro rimediato per avere esposto abusivamente una pubblicità non autorizzata dal Comune. Per gli altri due vigili, invece, il quadro è più intricato. Dietro compenso di denaro - l'accusa ritiene il 30% del valore del verbale che i privati avrebbero dovuto pagare alle casse di Milano - avrebbero inserito fuori termine nel sistema informatico dei vigili decine e decine di ricorsi degli amici che poi si sarebbero in qualche modo smarriti nel dedalo dell'iter burocratico fino ad evaporare completamente.
Un altro trucco per non far pagare il divieto di sosta, era inserire nella pratica un finto pass per invalidi e una finta dichiarazione (firmata col nome di un invalido vero) che certificasse un accompagnamento nel luogo della contravvenzione.
L'inchiesta potrebbe essere solo a una prima fase e non si esclude possa coinvolgere altri vigili.
Nessun commento:
Posta un commento