Studio del sindacato di Susanna Camusso sugli effetti della riforma voluta dalla Lega. 3mila 500 Comuni approfitteranno della possibilità di aumentare le addizionali Irpef anche per rientrare dai tagli subiti in Finanziaria
ROMA - "Aumento delle tasse in vista per oltre 16 milioni di cittadini. E ad essere colpiti saranno, ancora una volta, i lavoratori dipendenti e i pensionati dei circa 3.500 Comuni che dovranno, soffocati dai tagli, aumentare le addizionali Irpef, così come previsto dal federalismo municipale". A lanciare l'allarme è la Cgil, alla luce di uno studio condotto dal proprio Dipartimento politiche economiche sugli effetti legati all'entrata in vigore del decreto sul federalismo fiscale municipale, per promuovere le ragioni dello sciopero generale del 6 maggio incentrato sui temi del fisco e del lavoro.
Il provvedimento, approvato con voto di fiducia, spiega ancora la nota della Cgil, "prevede infatti la possibilità per i Comuni di aumentare le addizionali Irpef, ovvero l'imposta sul reddito delle persone fisiche. Una possibilità però, come prevede il decreto, non concessa a tutti i Comuni ma solo a quelli che attualmente applicano un'aliquota addizionale inferiore allo 0,4%. A questi infatti il decreto sul federalismo municipale dà una possibilità di incremento annuo dello 0,2% (potenzialmente per due anni fino allo 0,4%, che sembra rappresentare il tetto del massimo aumento possibile). Una eventualità concessa ai soli Comuni che non hanno sforato già tale tetto perché in tanti hanno già deliberato addizionali superiori allo 0,4% (fino allo 0,9%, come per il comune di roma) e quindi non hanno la possibilità di incremento nè tantomeno l'obbligo di riduzione".
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