WASHINGTON - Il ciclone Wikileaks fa un'altra vittima: il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Philip J. Crowley, ha rassegnato le proprie dimissioni dopo essere finito al centro di forti polemiche negli Stati Uniti per i suoi commenti critici sulle condizioni di detenzione di Bradley Manning, l'uomo che ha consegnato milioni di documenti a Wikileaks.
Dimissioni accettate "con rammarico" da Hillary Clinton, ma dovute, a causa delle forti pressioni della Casa Bianca, fortemente imbarazzata dalle posizioni espresse dal funzionario. Durante un incontro con gli studenti del Massachusetts Institute of Technology, qualche giorno fa, Crowley aveva definito "ridicole, controproducenti e stupide" le condizioni in cui Manning era detenuto. Aveva aggiunto anche di non capire i motivi che avevano spinto il Dipartimento della Difesa ad adottare tali misure. In seguito, però, aveva chiarito che si trattava di un'opinione personale.
Dal 2 marzo, il giovane caporale Manning è costretto dalle guardie nella struttura federale di Quantico, in Virginia, dove è detenuto in isolamento, a dormire senza vestiti, in mutande, anche se gli è permesso di tenere una coperta. Gli vengono confiscati gli occhiali da vista, non permettendogli così di vedere, e gli è stato imposto di portare un 'grembiule antisuicidio'.
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