domenica 29 maggio 2011

Governo e Pdl, Berlusconi pronto alla rivoluzione

Il premier pensa a un nuovo predellino. Bossi sempre più smarcato cerca di riagganciare la base. I Responsabili restano una mina vagante, i due LibDem verso l'uscita.

Roma, 29 maggio 2011 - MILANO viene data per persa. Napoli, in realtà, pure. Anche se in alcuni settori del Pdl domina un certo ottimismo della volontà. C'è chi ritiene che «i napoletani abbiano mentito ai sondaggisti». Chi fa affidamento sugli uomini forti di Bassolino «che in realtà lavorano per Lettieri». Chi ritiene decisivo il fatto che «se vincesse Lettieri il Pd eleggerebbe quattro consiglieri in più, dunque tra i quattro e gli otto di loro giocheranno a perdere». Chi prega San Gennaro. Meglio stare ai fatti: due candidati deboli, la delusione di molti elettori del centrodestra per la performance del governo e l'evidente crisi del carisma di Berlusconi porteranno presumibilmente ad una doppia sconfitta. Proviamo ad ipotizzarne le conseguenze.

LEGA. Alle elezioni il Carroccio è andato peggio del Pdl, la leadership di Bossi è appannata, il partito è preda di profonde e non ancora palesi divisioni interne. Si pensa al dopo. Il dopo Bossi. Tre ipotesi: la Lega scarica Berlusconi e si presta a un ribaltone; scarica Berlusconi e punta alle elezioni in autunno; avvia un percorso di autonomizzazione dal Pdl. La terza è l'ipotesi oggi più probabile. Vuol dire un altro anno di legislatura, conflittualità interna in aumento, elezioni politiche nel 2012 assieme alle regionali. Se, con i voti delle opposizioni, la Lega riuscirà ad eliminare il premio di maggioranza dalla legge elettorale, ritrovarsi da sola sarebbe vantaggioso: nel '96 ebbe il 10% dei consensi. Inutile dire che tornerebbe a predicare il Verbo secessionista.

MAGGIORANZA. Ad oggi, più Berlusconi è apparso debole più s'è allargata la sua base parlamentare: i peones (dalla ricandidatura incerta per definizione) si tengono stretti la poltrona. Ma ieri l'addio di Daniela Melchiorre al governo potrebbe preludere ad un'inversione di tendenza. I deputati detti Responsabili sono capaci di tutto, difficile fare previsioni. Se Berlusconi fosse disposto a un passo indietro, ogni cosa si risolverebbe: con un premier diverso, il Terzo polo entrerebbe in maggioranza. Ma Berlusconi non ne vuole sentir parlare. E, ad oggi, il grosso del Pdl non intende scaricarlo. Se il Pdl terrà, non ci sarà spazio per premier né maggioranze diverse.

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