Roberto Benigni dedica una canzone sulla felicità a Berlusconi. Nel suo suo spettacolo al Festival della felicità di Pesaro, il comico toscano ricorda che «la felicità si basa su quello che si ha e su quello che non si ha per cui ora parlerò di quello che Berlusconi ha».
Tra le tante proprietà che Benigni ha attribuito al premier ci sono la Camera e il Senato «o Milano, almeno - annota - fino a lunedì». E ancora: «Roberto Formighini, Ghedini, Frattini, La Russa e la rossa per favore passate alla cassa». La canzone si conclude con un interrogativo e una promessa: «quanto costa questo c... di pianeta? Compro anche Dio, cioè compro me stesso».
Benigni ha trovato un'analogia tra Pesaro, dove molti luoghi sono intitolati a Rossini e alla sua storia, e Arcore: «Tra 150 anni quando Berlusconi non ci sarà più ma gli auguro di vivere il più a lungo possibile, Arcore sarà ricordata per 'via nipote di Mubarak', 'arco D'Addario', 'viale Scilipoti', 'obitorio Toghe Rosse' e 'cimitero Boccassini'».
Nello show interpreta Dante Alighieri e il 33mo cantico dell'Inferno della Divina Commedia. Il premio Oscar illustra l'antefatto e poi compie una parafrasi appassionata del testo: i fatti politici, i tradimenti, ma soprattutto i sentimenti, l'infelicità indicibile di Ugolino, costretto a vedere morire di fame i suoi figli, rinchiusi in una torre insieme a lui, colpevole di aver tradito la patria. La lettura è coinvolgente, Benigni restituisce tutto l'incanto della poesia, la musicalità del testo, la dimensione divina del poema dantesco. Si commuove e commuove: agli applausi si aggiunge la standing ovation.
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