Cobas e Unicobas hanno scelto la stessa modalità di protesta dell'anno scorso per dire ancora una volta 'basta' alla politica del governo sull'istruzione
ROMA - Vogliono dire ancora una volta 'basta' alla politica del governo sull'istruzione. Così, per il secondo anno consecutivo, i sindacati di base della scuola, Cobas e Unicobas, attueranno lo sciopero degli scrutini. Poiché la legge in vigore prevede che anche con un solo scioperante i consigli di classe di fine anno vanno rimandati (lo scrutinio si deve svolgere con il numero di docenti cosidetto 'perfetto'), la decisione produrrà non pochi disagi, costringendo i dirigenti scolastici a riconvocare in fretta le riunioni e a portarle a termine solo alla terza occasione (l'adesione allo sciopero degli scrutini è consentita al massimo per due convocazioni consecutive).
I motivi della contestazione sindacale - che lo scorso anno determinò lo slittamento di oltre 20mila scrutini finali - sono stati spiegati da Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas: "Sarà uno sciopero contro la scuola-miseria, per la cancellazione dei tagli degli organici, l'assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e disponibili, l'apertura immediata della trattativa per il contratto con adeguati aumenti salariali, l'inserimento nella Finanziaria delle somme per la restituzione degli scatti di anzianità scippati, contro lo strapotere dei presidi-padroni, per la restituzione a tutti del diritto di assemblea", ha spiegato il rappresentante Cobas.
Il sindacalista di base ha annunciato, inoltre, che lo sciopero punterà a convincere le istituzioni scolastiche a dire la parole fine alla "pratica illegale dei quiz Invalsi in orario di lezione, l'eliminazione degli indovinelli nell'esame di terza media e per impedire l'introduzione dei quiz anche nell'esame di maturità delle superiori dal prossimo anno, come minacciato dalla Gelmini".
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