Così nasce l'intreccio che ha travolto l'ex dirigente Pd. La tela di rapporti tra l'esponente Pd e l'imprenditore che ora lo accusa è tale che non si capisce chi è il ragno e chi la preda. Il punto chiave della vicenda è nella caparra da due milioni che Di Caterina trattiene da una società del gruppo Gaviodi PIERO COLAPRICO
A volte viene da dire, leggendo le carte giudiziarie: ma come si permette questo imprenditore semisconosciuto di infangare, senza fornire prove incontrovertibili, un leader regionale come Filippo Penati? La risposta, proseguendo nella lettura delle carte, arriva nitida: e chi è stato, se non lo stesso Filippo Penati, a esporsi così tanto? Chi, se non Filippo Penati da Sesto, Pd, si è messo alla mercé delle accuse e delle vanterie di uno come Piero Di Caterina, molto lesto a cambiare bandiera? "Il cuore del processo - dicono al palazzo di giustizia di Monza - sta nei favori che i due si sono fatti". Oggi, come si sa, le tangenti non sono più, come un tempo, semplici valigette di denaro. Sono, appunto, i favori, le "corsie privilegiate" per gli appalti, le consulenze, l'uso da parte dei politici dei soldi e dei beni degli "amici", il cosiddetto "sistema gelatinoso", intravisto più spesso a destra (Verdini, Dell'Utri, Bertolaso) che a sinistra. "Il cuore del processo - aggiungono ancora Monza - sta in un episodio che secondo noi fa da spartiacque tra il lecito e l'illecito". Quindi non facciamoci frastornare dal rumore di fondo di cifre in lire e in euro, fogliettini di carta spacciati per verità assolute, metri cubi e metri quadri delle aree dismesse, dal "già detto". Concentriamoci su questo fatto. Sottolineando che non riceve ancora spiegazioni sensate dall'ex presidente della provincia di Milano ed ex candidato pd alla Regione. Succede che, con la sua aria da camionista bullo, Di Caterina diventa un ex amico di Penati e va a bussare a quattrini. Rivuole indietro dei "contributi", dei "prestiti", come li chiama lui. Non viene mandato a quel paese. Anzi ottiene, in cambio di niente, un guadagno di ben 2 milioni di euro sull'unghia.Continua ...
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