Questa mattina ha evitato domande sul rinvio a giudizio. Nel pomeriggio, insieme a Dmitri Medvedev, ha relegato i giornalisti in un'altra stanza.
L’incarnato pallido e la mascella serrata. Ma soprattutto gli occhi, fessurati come due feritoie, davvero quelli di un caimano. Rinvio a giudizio. Prostituzione minorile. Concussione. Non sapremo mai di cosa avrebbe parlato Silvio Berlusconi nella sua conferenza stampa a Catania, ieri mattina. Appena arriva la notizia il premier cancella tutto, con un colpo di spugna, e precipita nel primo black out informativo degli ultimi diciassette anni di biografia politica. Un black out che, di fatto, è continuato anche questa mattina nella conferenza stampa sull’accordo post moratoria per le piccole e medie imprese, alla quale il premier ha partecipato insieme al ministro Giulio Tremonti. Al momento delle domande si è subito creato imbarazzo con i giornalisti. Berlusconi ha chiesto “domande a tema” e ha bollato come “birichino” un giornalista che gli stava chiedendo: “Si è lamentato della lunghezza del processo civile, però quelli penali vanno in fretta…”. Poi ha aggiunto: “Per amor di patria di questo non parlo: posso solo dire che non sono per niente preoccupato”. E un metodo ancora più sicuro è stato adottato oggi pomeriggio per l’incontro con il presidente russo Dmitri Medvedev: i giornalisti sono stati confinati in una sala cinematografica e hanno avuto la possibilità di seguire la “conferenza stampa” attraverso un sistema a circuito chiuso. Solo i cameraman, dopo scrupolosi controlli, hanno avuto accesso alla sala con i due leader.
Continua ...
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