Un’intercettazione dello scorso settembre getta un’ombra sulla versione della ragazza marocchina
‘Devi dire alla mamma di non parlare, di alzarsi e di dichiarare di non voler rispondere a nulla’. E’ quanto ha detto Ruby, la giovane marocchina al centro dell’inchiesta di Milano, per cui ieri e’ stato disposto il processo con rito immediato per Silvio Berlusconi, al padre, nel corso di una telefonata che risale allo scorso settembre e ora agli atti dell’indagine.
UNA CONVERSAZIONE INTERCETTATA – La conversazione intercettata risale proprio al giorno in cui gli ufficiali di polizia giudiziaria che indagano sulla vicenda sono in Sicilia per sentire come testimone la madre della ragazza, Naima, che secondo quanto riscontrato dall’inchiesta, anche lei come il padre M’hamed El Mahroug, era a conoscenza dei fatti che riguardavano ‘la vita di Ruby’, fatti per i quali la figlia ancora diciassettenne e suo padre raccomandano a Naima di tacere per non farli venire a galla. Dal colloquio intercettato emerge che il padre di Ruby racconta alla figlia di tre uomini e due donne (la polizia giudiziaria, ndr) che ‘sono usciti… Insieme a tua madre’ per sentirla come testimone. E che gli hanno riferito che erano in corso delle indagini.
“NON DIRE NULLA” - L’uomo ha aggiunto inoltre che alla mamma di Ruby sono state fatte domande sulla storia della figlia, fin da quando ha cominciato a frequentare le scuole. Il padre poi precisa che era impossibile ricordarsi e spiega alla figlia che l’interrogatorio serviva per sistemare la situazione in merito ai documenti di Ruby, la quale lo invita a dire alla madre di ‘alzarsi e dichiarare di non voler rispondere a nulla’ e lui le replica: ‘La mamma sa quel che sta dicendo’. Inoltre M’hamed El Mahroug chiede alla figlia di far quel che e’ possibile per ‘sbloccare l’invio di una somma di denaro’, probabilmente un contributo economico della ragazza alla sua famiglia, composta anche, cosi’ sembra, da due bambini piccoli.
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