Il governatore della Puglia commenta l'archiviazione del suo nome nello scandalo della sanità regionale.
Roma, 26 feb. (TMNews) - Le intercettazioni sono utili anzi fondamentali, sono state lo strumento attraverso cui "ho potuto dimostrare di essere innocente". Così Nichi Vendola, che ieri ha visto archiviare la sua posizione nell'inchiesta sulla Sanità in Puglia, risponde agli attacchi di cui lo accusava di corruzione. "Io sono la prova che le intercettazioni telefoniche sono uno strumento fondamentale. Senza, non avrei potuto dimostrare di essere innocente" ha detto Vendola, secondo cui dalle telefonate "emerge la crisi del rapporto di fiducia tra me e Tedesco e di come il Pd, del quale Emiliano era segretario, fa quadrato attorno a Tedesco, contro di me. Tanto da mettere in discussione la Giunta".
E poi, sottolinea Vendola, "un giudice e la procura dicono che non c'è alcun rilievo penale nel mio atteggiamento e nemmeno un profilo di malcostume". Vendola ricorda poi di essere stato eletto per cambiare la legge nelle scelte sulla sanità, e ora "professori non pugliesi hanno fatto una selezione, noi sceglieremo tra gli idonei".
Il gip di Bari ha deciso ieri di archiviare la posizione di Vendola nell'ambito delle indagini sulla sanità in Puglia su presunte pressioni per influenzare, in passato, le nomine di alcuni manager delle Asl. Uno di questi filoni di inchiesta due giorni fa ha portato alla richiesta di arresto per il senatore del Pd Alberto Tedesco, e la carcerazione per altre sei persone.
"Penso che anche quando si viene attinti ingiustamente da un giudizio o da una misura, in uno stato di diritto - ha detto Vendola - ci sono gli strumenti per difendersi nel rispetto delle autorità giudiziarie".
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