sabato 26 febbraio 2011

Armi chimiche, la grande paura Alla frontiera: "Ci prepariamo"

«Abbiamo tute e maschere» Trentamila persone in fuga sono già passate oltreconfine.

DOMENICO QUIRICO

INVIATO A RAS AL JEDIR (confine libico-tunisino)
C’ è, nell’alambicco di Gheddafi, anchilosato dalla sua irriducibile fuga per le tenebre, verso le tenebre, un’ultima sorpresa?
Non ci sbarazzeremo facilmente di questo Frankenstein. Il potere si esercita ormai solo nella capacità di far colare il sangue del suo popolo, nell’imporgli lo spietato lenocinio della sventura. Ma, come Saddam, vuole infiggere come un chiodo la sua fine nel corpo vivo dell’Occidente che lo ha abbandonato. Crescono i segnali, le voci, gli allarmi che scivolano dall’ultima Libia di Gheddafi: per le armi chimiche che questo templare dell’annientamento avrebbe nascosto. Le aveva scenograficamente distrutte nel 2003, giurava, l’atto fondatore del ravvedimento che aveva spinto l’America e il mondo a trasformarlo in affidabile compagno d’affari.
Continua ...

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