Archiviata la sua posizione, il governatore commenta il coinvolgimento di Alberto Tedesco: “Fu indicato dai democratici, mi dissero che era l’unico”.
Per il caso della dilagante corruzione nella sanità pugliese, il governatore Nichi Vendola non può essere ritenuto responsabile. Secondo quella che il Giornale chiama già “giustizia ad orologeria”, il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della pubblica accusa che chiedeva la chiusura del fascicolo a carico dell’esponente di Sinistra Ecologia e Libertà.
ARCHIVIAZIONE – Nulla può essere a lui addebitato, concordano i magistrati inquirenti e giudicanti, se non una certa “arroganza politica” non di rilevanza penale.
L ’archiviazione per Nichi Vendola, iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di concussione, arriva il 24 febbraio. La firma il gip Sergio di Paola, nello stesso giorno in cui un altro gip, Giuseppe de Benedictis, dispone gli arresti per otte persone, tra le quali il senatore Alberto Tedesco. E a leggere gli atti si scopre che l’inchiesta sulla sanità pugliese vive di diverse fasi, durante le quali, i pm e i gip, sembrano cambiare idea e a volte si contrappongono tra loro. Di certo c’è un fatto: l’accusa di concussione per Vendola, su richiesta degli stessi pm che l’avevano indagato, è caduta. Il presidente della Regione Puglia, sotto il profilo giudiziario, è considerato estraneo allo scandalo che colpisce la sanità pugliese. Al massimo, scrive il gip Sergio di Paola, s’è trattato di “arroganza politica”. Vendola era stato indagato per la nomina di alcuni direttori sanitari. Il caso più emblematico è quello che riguarda la nomina di Umberto Caracciolo, con la conseguente sostituzione di Francesco Sanapo (a sua volta indagato), quale direttore sanitario nella Asl di Lecce
Continua ...
Nessun commento:
Posta un commento