Chi racconta di mafia non diffama il Paese. Lo ha detto Roberto Saviano a ‘Io, Chiara e l’Oscuro’ su Radio due, dicendosi disgustato per le affermazioni su questo fatte da Berlusconi.
IL DISGUSTO – “La cosa che piu` mi disgusta tra quelle fatte da Berlusconi? Potrei dare molte risposte, do quella che mi riguarda personalmente, che mi ha tolto il sonno di una notte: quando ha detto che ho dato supporto promozionale alle mafie, scrivendo il mio libro. Ha detto che chi racconta queste cose diffama il Paese, lo mette in cattiva luce. E` una roba terribile, sia perche` ha infangato la memoria delle persone morte per raccontare di mafia, molte in Italia, e sia perche ha perso un occasione”, ha detto lo scrittore. “L`Italia infatti, raccontando queste contraddizioni, le storie di mafia, dimostra che e` altro dalla mafia, che ha una cultura inversa a quella dell`omerta` – confida lo scrittore – e soprattutto (e questa e` l`occasione persa), il mondo quando deve affrontare il problema mafioso, dal Messico alla Russia, si rivolge all`Italia perche` abbiamo una giurisprudenza antimafia tra le migliori della terra. Questo bisognava sottolineare, non dire che chi racconta infanga, ma invitare semmai gli italiani che all`estero sono sotto pressione per il luogo comune `mafia`, ad affrontare il problema e non a minimizzarlo”, continua Saviano. “Affrontarlo con orgoglio. Insomma, dimostrare di essere il Paese di Falcone e non di Riina”.
SUL CASO RUBY – “L’inchiesta e’ molto forte. I magistrati di Milano hanno lavorato molto bene. Passo la mia vita a leggere le carte giudiziarie e quindi sul piano tecnico mi sembra tutto molto rigoroso”, dice invece Saviano,sul “caso Ruby”, in vista della prima udienza del processo a Silvio Berlusconi, fissata a Milano per il prossimo 6 aprile. Una lunga “confessione” quella di Saviano, durante la quale i temi del privato si alternano con l’attualita’ e le polemiche di questi giorni. “Non ho mai litigato con Marina Berlusconi – dice con una battuta – mi piacerebbe, pero’, che lei capisse come lo sdoppiamento della personalita’ sia un problema”. Secondo Saviano non si puo’ parlare una volta da editore, poi da figlia del Premier e un’altra volta ancora da libera cittadina. “Per fare pace con Marina Berlusconi – ironizza lo scrittore – dovrei andare da tre persone diverse”. E’ legittimo – per l’autore di Gomorra- che un editore possa non condividere in tutto o in parte i libri che pubblica, che possa addirittura trovarli non buoni ma, in ogni caso, deve avere una visione liberale del proprio mestiere”. Se Marina Berlusconi “avesse detto che non le piaceva il mio libro non ci sarebbe stato alcun problema – conclude Saviano -, ma un editore ha delle responsabilita’ verso i suoi autori: definirmi orrido o sostenere le parole del padre, quando afferma che promuovo la mafia, mette in contraddizione il suo ruolo e la stessa casa editrice”.
Nessun commento:
Posta un commento