lunedì 31 maggio 2010

Manovra, si andrà in pensione più tardi, anche con 40 anni di contributi

Sale di un anno il requisito per ottenere le rendite d'anzianità. Dopo il 2020 si andrà a riposo a 67 anni.
Bisogna tornare al 1992 o al 1994, all’Italia della liretta o al primo Berlusconi in lite con Bossi, per raccontare di una mazzata così forte sul fronte delle pensioni. Allora successe un putiferio per il blocco di un anno delle pensioni d’anzianità e per tagli che in parte finirono per restare lettera morta. Invece il menù 2010 presentato dal governo è decisamente salato ma anche più raffinato di quelli precedenti. L’esecutivo si è mosso su ben quattro fronti. Il primo equivale alla rottura di un tabù: dal 2011 - sempre se il testo non sarà cambiato - per andare a riposo non saranno più sufficienti i 40 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Scatta infatti la cosidetta ”finestra mobile” che dà un’indicazione semplice: si va a riposo 12 mesi dopo il raggiungimento del requisito. Traduzione: con 40 anni di contributi si raggiunge il diritto per andare in pensione ma per poter lasciare effettivamente il lavoro bisogna lavorare un anno in più. Attenzione, però, qui al danno si aggiunge la beffa: dopo i 40 anni gli ulteriori contributi versati non fanno crescere la pensione se non in misura infinitesimale.
Continua ... http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=104209&sez=HOME_ECONOMIA

Nessun commento:

Posta un commento