Mille barili di petrolio si sono riversati nel fiume Yellowston per una rottura in un oleodotto della ExxonMobil. L'azienda minimizza, ma tra gli ambientalisti c'è il terrore di una crisi come quella nel golfo del Messico o come in Alaska nel 1989dal nostro inviato ANGELO AQUARO
NEW YORK - L'incubo di una nuova macchia di petrolio fa ripiombare l'America nei giorni bui della crisi del Golfo. L'incidente che sta cambiando il colore dello Yellowstone River lassù nel Montana ricorda paurosamente anche nei primi numeri il più grande disastro naturale nella storia degli Usa. Fortunatamante la perdita è stata colmata. Ma in un giorno aveva raggiunto mille barili di petrolio: proprio la cifra che si pensava perdesse il pozzo maledetto del Golfo del Messico.Le stime nella tragedia di un anno fa dovettero poi essere paurosamente riviste. Ma proprio per questo gli ambientalisti guardano con preoccupazione a quanto sta succedendo nel Montana. Nessuno ancora riesce a quantificare i danni. E per tutta la giornata di domenica le squadre di pulizia hanno cercato disperatamente di contenere gli effetti della macchia che si è allargata pericolosamente. La perdita ha rischiato di trasformarsi in tragedia per le 6000 anime di Laurel. Più di 150 persone sono state fatte evacuare nella notte di sabato temendo la possibilità di un'esplosione.
L'incidente è stato provocato dalla rottura di un oleodotto della ExxonMobil che porta il petrolio dal Wyoming e dal Canada fino all'area di Billing dove viene lavorato da tre raffinerie. Le cause sono ancora sconosciute ma il sospetto è che la rottura sia stata provocata dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi. E già si parla di allarme inascoltato.
Continua ...
http://www.repubblica.it/ambiente/2011/07/04/news/montana_la_nuova_marea_nera_che_spaventa_gli_stati_uniti-18614413/
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