lunedì 4 luglio 2011

Piccoli terremoti, grandi paure. Il Ponte sullo Stretto è una sfida al buonsenso? Pareri contrastanti degli esperti. Che predicono un forte sisma

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Da qualche tempo le notizie di scosse telluriche, seppur di lieve entità, interessano l’area dello Stretto, la Sicilia Nord orientale prevalentemente. Nessuno scrive di sciame sismico, non siamo affatto a questo, ma basta poco perché i movimenti tellurici preoccupino in vista della costruzione del Ponte sullo Stretto. E’ naturale che ci si chieda che cosa succederebbe se il sisma interessasse l’area in cui insiste il Ponte.

Nel 2006 sul Giornale di Geologia Applicata, una rivista dell’Aiga, Associazione Italiana di Geologia Applicata e Ambientale è stato pubblicato una ricerca sugli «Aspetti geologici e di stabilità per il Ponte sullo Stretto di Messina» a firma di Alessandro Guerricchio, ordinario di Geologia applicata, e Maurizio Ponte, assegnista di ricerca all’Università della Calabria.

Guerricchio e Ponte sostengono che in circa 135 anni ci sia la probabilità di ritorno nella zona di terremoti particolarmente violenti, come quello che distrusse Messina nel 1908, ed individuano in un arco di tempo che va dal 2030 al 2050 «il prossimo evento di particolare energia».
“I movimenti della zolla africana e di quella euroasiatica”, sintetizza Maria Fernanda Piva, “dovrebbero spingere la Sicilia verso Nordovest e la Calabria verso Nordest a una velocità di circa un centimetro all’anno. Eppure, osserva Piva, “gli strumenti installati da decenni sulle due sponde non rilevano alcuno spostamento”. Ci sarebbe una ragione: “Sotto lo Stretto passa una faglia sismica, che assorbe la tensione e impedisce alle coste di allontanarsi. Quando la faglia sarà completamente carica, libererà improvvisamente tutta l’energia accumulata e la sfogherà in un violento terremoto. Le due coste dello Stretto si sposteranno quindi l’una rispetto all’altra,più o meno come nel 1908”.

Il geologo Mario Tozzi , al pari dei suoi colleghi sopra citati, nutre le stesse preoccupazioni.
Continua ...

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