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Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
domenica 6 novembre 2011
A diciotto anni dal delitto di Elisa Claps Restivo alla sbarra in aula a Salerno
Potenza, 6 nov. (Adnkronos) - Diciotto anni dopo la sua morte, approda martedì nelle aule della giustizia italiana il caso di Elisa Claps, con Danilo Restivo imputato dell'omicidio della studentessa potentina. La ragazza aveva 16 anni quando fu uccisa il 12 settembre del 1993, ma solo l'anno scorso i suoi resti sono stati ritrovati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità a Potenza. Un 'processo scontato' secondo la famiglia che ha sempre creduto nella colpevolezza di Restivo, attualmente detenuto in Inghilterra per un altro omicidio, quello di Heather Barnett, una sarta di Bournemouth trovata morta nel 2002. Le prove sono speculari e portano ad individuare la stessa mano dietro i delitti, quella di Restivo, già condannato al carcere a vita in Gran Bretagna. A Salerno sarà giudicato con rito abbreviato. Contro di lui c'è anche la prova del dna raccolta dai carabinieri dei Ris di Parma. Pero' molte domande non potranno essergli rivolte, come avrebbe voluto la famiglia, ora proiettata a far luce sugli altri risvolti poco chiari, dai depistaggi alle omissioni investigative. Quello italiano sara' un processo sull'omicidio e non sul contesto, su cio' che e' avvenuto dopo tanto da posticipare il ritrovamente del cadavere di cui qualcuno sapeva, stando alle indagini ed alle ultime rivelazioni.E' una domenica soleggiata il giorno in cui Elisa scompare nel nulla a Potenza, in via Pretoria. Esce di casa insieme ad un'amica, Eliana De Cillis. Ha un appuntamento con Danilo Restivo. Si incontrano in chiesa. E' lo stesso Restivo a confermare l'incontro in un processo in cui viene condannato a due anni e 8 mesi di reclusione per false dichiarazioni al giudice. Restivo dichiara di averla incontrata e che lei era li' ad aspettarlo alla chiesa della Santissima Trinita', in via Pretoria. Sempre stando alla sua deposizione, i due ragazzi sono rimasti dieci minuti a parlare dietro l'altare, poi Elisa e' andata via e Restivo l'ha seguita con lo sguardo fino a quando e' uscita, quindi e' rimasto un po' a pregare. Tornando a casa, si e' ferito nel cantiere delle scale mobili. I giudici non gli credono del tutto: nella sua ricostruzione c'e' un buco di un'ora e mezza in cui la sua versione non e' riscontrata. Infatti Elisa verra' ritrovata nella chiesa da cui non era mai uscita. A distanza di tempo il corpo ''parla'' nell'autopsia. E rivela lo scenario per cui Restivo e' accusato di omicidio volontario pluriaggravato per i motivi abietti e la ferocia. Secondo l'accusa tutto avviene nel sottotetto, dove Restivo conduce la ragazza con la scusa di darle un piccolo dono. Dopo un tentativo di approccio sessuale, rifiutato dalla ragazza che non voleva ''mettersi insieme'' a Restivo, l'omicidio.
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