Il presidente della Repubblica invita a riaprire il dialogo fra le diverse forze politiche per far ripartire il Paese: "Serve coesione". Il Terzo Polo chiede un armistizio e un esecutivo credibile. Ma il premier rimanda la partenza per Arcore e contatta i frondisti. Mentre il ministro leghista esclude qualsiasi soluzione alternativa
ROMA - E' rimasto a Roma, Silvio Berlusconi. Niente ritorno ad Arcore per il weekend. Ci sono i numeri della maggioranza 1 che ballano alla Camera. Il drappello dei deputati frondisti potrebbe allargarsi nelle prossime ore. E per il premier - si capisce subito - il fine settimana è di intenso lavoro. Mentre il capo dello Stato dice "Basta con la guerra politica, serve coesione", il capo del governo prova a resistere. E assicura: "Il governo ha la maggioranza" La sfida del premier. A metà pomeriggio, il premier fa un'ostentazione di forza. "Deludo i nostalgici della prima Repubblica, non me ne vado. Continuo la battaglia", annuncia. E poi, in un colloquio con Paolo Guzzanti, lancia il segnale agli scontenti: "Non posso lasciarli andare via senza averli incontrati tutti, ad uno ad uno e non per questa cosa orrenda che descrivo del calciomercato, ma per rimotivarli, se necessario, anche con incarichi meritati". E lancia alla sfida a colui che - secondo i retroscena - avrebbe un ruolo importante nel "motivare" i frondisti: "Leggo che Cirino Pomicino sta facendo lui una sua campagna per catturare deputati frastornati e girano pettegolezzi molto gravi che non voglio neanche riferire. E' strano che quando siamo noi a lavorare per trattenere qualcuno o portarlo con noi, usano soltanto termini torbidi, offensivi come compravendite o mercato delle vacche, ma quando sono altri che cercano di portarli via a noi, allora tutto è elegante". In serata, Berlusconi interviene con una telefonata a un appuntamento della Brambilla a Lecco. E prova a rincuorare i militanti: "Il governo ha i numeri in Parlamento". E sulla crisi: "Assolveremo i nostri impegni, non c'è nessun commissariamento, siamo stati noi a chiedere l'intervento del Fmi". Il primo test la maggioranza sarà chiamata ad affrontarlo già martedì quando a Montecitorio si voterà sul rendiconto generale dello stato. Napolitano. Per un Berlusconi che va alla guerra, c'è il capo dello Stato che torna a lanciare il suo appello alla coesione. "L'Italia non può rialzarsi in un clima di guerra", quello che urge ora è coesione", dice Giorgio Napolitano durante la sua visita a Bari, chiedendo passi concreti, non più rimandabili. "Occorre una straordinaria coesione sociale e nazionale di fronte alle difficoltà molto gravi, alle prove molto dure che l'Italia deve affrontare nel quadro sconvolgente di crisi finanziaria che ha investito l'Europa e incombe sulla nostra economia e la nostra società". Per il presidente è "indispensabile riavviare il dialogo tra campi politici contrapposti, il che non significa confondersi, ma condividere gli sforzi indispensabili per riaprire all'Italia le prospettive di sviluppo e ridarle il ruolo che le spetta nella comunità europea e nazionale". Calderoli. La Lega è sempra asserragliata sulla linea Berlusconi o voto. "Governi tecnici, di coesione, di tregua, di unità nazionale o come diavolo li si voglia chiamare, o peggio ancora maggioranze allargate - dice il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli - sarebbero un colpo di stato e i colpi di stato si combattono con la rivoluzione. In un sistema bipolare se cade un governo la parola deve tornare al popolo oppure il popolo da solo se riprende la parola e riafferma la democrazia". Calderoli conclude: "Se il governo berlusconi ha i numeri per andare avanti e realizzare o completare le riforme bene, diversamente non resta che il voto". Alfano. Qualche apertura, nei confronti dei malpancisti, arriva dal segretario del Pdl Alfano. "Il problema delle dimissioni non si pone - dice - ma possono esserci riflessioni nei prossimi giorni sulla condotta politica da scegliere per favorire il più vasto concorso possibile di forze politiche e sociali". "Parole molto positive" per una delle firmatarie della lettera dei frondisti, Isabella Bertolini.Continua ...
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