ROMA - Ormai è un conto alla rovescia, quello del Pdl. Denis Verdini, Gianni Letta, Paolo Bonaiuti e Angelino Alfano stanno per arrendersi: tra defezioni e persone che hanno espresso ufficialmente il loro malumore in lettere pubbliche (e quindi i loro voti sono da considerare a rischio), nel Pdl restano affidabili solo 306 deputati. E martedì arriva un macigno, che va approvato assolutamente: il rendiconto di bilancio dello Stato. Sì, è lo stesso provvedimento già bocciato ad ottobre e che ora arriva di nuovo dopo il sì del Senato. Una nuova bocciatura non può non comportare le dimissioni del governo: sarebbe la prova provata che non c'è la maggioranza.
Ma contemporaneamente è un provvedimento che deve passare, altrimenti l'Italia andrebbe dritta all'esercizio provvisorio, perchè se non si approva questa norma, non si può approvare la legge di stabilità. E poichè una legge bocciata non si può ripresentare per i succesivi sei mesi, c'è il rischio di stare per il medesimo tempo in balia dei mercati finanziari che potrebbero distruggerci. Per questo non è escluso che martedì l'opposizione decida di non votare o di uscire dall'aula, proprio per impedire questo rischio.
Ma è evidente che se non sarà martedì, il ko ci sarà alla prossima votazione, con soli 306 voti, di cui una quarantina tra ministri e sottosegretari. Riuscirà Berlusconi a ricominciare la campagna acquisti che prima del 14 dicembre gli consentì di raccattare una maggioranza?
Nessun commento:
Posta un commento