venerdì 18 marzo 2011

Nucleare: le scorie saranno la peggiore catastrofe

Nucleare: le scorie saranno la peggiore catastrofe
Quella nucleare si è rivelata fin dal momento della sua scoperta come una fonte energetica tanto innovativa quanto pericolosa e scarsamente “competitiva” dal punto di vista economico. Nonostante questi presupposti e la manifesta impossibilità da parte del mondo scientifico di valutare concretamente le ricadute di un’applicazione su larga scala degli impianti nucleari, sia in termini di effetti sulla salute umana, sia in termini di conseguenze sull’ambiente, molte nazioni nel corso della seconda metà del novecento hanno investito sul nucleare una quantità sempre più ingente di risorse.
Questo atteggiamento, apparentemente insensato, trova in parte la propria spiegazione nel fatto che l’antieconomicità e la ferale pericolosità dell’energia nucleare sono in larga misura determinate da un unico elemento “di disturbo” che è costituito dallescorie radioattive, essendo stati fino ad oggi gli incidenti alle centrali presentati come rarissime fatalità.
La gestione delle scorie nucleari rappresenta infatti il vero tallone d’Achille dell’atomo, in assenza del quale l’energia prodotta tramite l’uranio potrebbe essere economicamente assimilata a quella prodotta utilizzando altre fonti quali il petrolio, il gas naturale o il carbone.
La reale complessità dei problemi legati alle scorie radioattive è stata fino ad oggi misconosciuta tanto dai governi quanto dagli esperti, nel palese tentativo di accreditare come economicamente convenienti e sostanzialmente sicuri gli impegnativi programmi energetici basati sul nucleare. Parimenti a quello delle scorie anche il problema della sicurezza degli impianti è stato minimizzato, nonostante le terribili conseguenze degli incidenti che sono stati resi pubblici (di molti non se ne è mai avuta notizia) Chernobyl su tutti, abbiano messo in luce la dimensione di estrema pericolosità della scelta nucleare. Almeno fino a questi ultimi giorni, quando la catastrofe di Fukushima sembra avere costretto il mondo intero ad aprire gli occhi.....

Proprio l’incidente di Chernobyl unitamente alla manifesta impossibilità di nascondere a tempo indeterminato le problematiche legate alle scorie radioattive hanno determinato a partire dalla fine degli anni 80 una diminuzione degli investimenti nell’ambito del nucleare, soprattutto da parte dei paesi tecnologicamente più avanzati. In Italia il referendum del 1987 decretò la rinuncia definitiva a produrre energia tramite l’uranio, ma anche nazioni che traggono dal nucleare una cospicua fetta del proprio fabbisogno energetico come Stati Uniti e Germania stanno dimostrando di credere sempre meno nel nucleare, non avendo messo in cantiere nell’ultimo decennio progetti finalizzati alla costruzione di nuove centrali che sostituiscano quelle prossime alla chiusura.
Continua ...

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