La global war on terror lanciata dagli Stati Uniti in seguito agli attacchi dell'11 settembre ha lasciato sul terreno 225.000 morti per un costo complessivo fino a 4.400 miliardi di dollari, secondo un nuovo studio pubblicato dalla Brown University*. Aggiornando così la precedente stima a 3000 miliardi redatta dal Premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz.
Il rapporto, redatto da un gruppo di ricercatori e reso noto la scorsa settimana, prende in esame non solo le due guerre in Iraq e Afghanistan, ma anche le campagne di lotta al terrorismo in Pakistan e Yemen, oltre alle operazioni navali antipirateria nell'Oceano Indiano e il lavoro di intelligencenel prevenire e neutralizzare ulteriori attentati.
La conclusione, secondo gli autori, è che i governi in procinto di intraprendere una guerra, quasi sempre sottovalutano sia la potenziale durata che hanno i costi del conflitto, da un lato, mentre sopravvalutano “gli obiettivi politici che possono essere raggiunti con l'uso della forza bruta”, dall'altro.
Il costo ufficiale delle operazioni belliche è pari 1.311 miliardi di dollari. Ma tale cifra è indicativa dei soli finanziamenti federali al Pentagono, senza tenere conto delle spese ulteriori. L'anomalia delle stime ufficiali, infatti, è che gli obblighi federali nei confronti dei veterani non sono mai stati computati nelle analisi governative fin qui divulgate. Peraltro, va considerato che il 30% dei soldati di ritorno dalle missioni manifesta gravi disturbi di comportamento che incidono sulla famiglia e sull'ambiente di lavoro, finanche all'omicidio. Il danno economico e i costi sociali si rivelano, dunque, più gravi di quanto supposto.
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