lunedì 30 maggio 2011

Il gene dell'ottimismo

Gli studiosi hanno scoperto dove risiede la fiducia nel futuro. Pensare positivo è una scienza con basi matematiche, che ha contagiato anche gli economisti

ANGELO AQUARO
NEW YORK
Cassandra aveva ragione: ma se fossimo tutti Cassandre il mondo non andrebbe da nessuna parte. Per questo siamo tutti ottimisti per natura: anche chi è così pessimista da nasconderselo. Non è un mito: è scienza. La scienza dell'ottimismo che proprio nell'annus horribilis di tsunami e alluvioni - per tacere della recessione - scoppia improvvisamente di salute. Libri. Studi. Inchieste. Tranquilli: non è l'ennesima moltiplicazione di opinabilissimi psicologi. Il mondo ci appare rosa perché così ha deciso nel corso della nostra milionaria evoluzione l'unico demone a cui dobbiamo davvero - nel bene e nel male - obbedienza assoluta: il cervello. Finalmente abbiamo le prove: quella fotografia particolare che si chiama risonanza magnetica e ricostruisce il gran da fare della nostra corteccia cerebrale. È l'area che si sviluppa dietro alla fronte e che in quel primate da primato chiamato uomo è molto più grande che tra i cuginetti più pelosi. È l'area formatasi più recentemente: quella che sovrintende alle funzioni del linguaggio e dell'individuazione di uno scopo. Ed è qui che - adesso si scopre - si nasconde anche il segreto della positività.
L'insostenibile leggerezza dell'ottimismo è stata messa in discussione per anni dagli scienziati che spingono invece dall'altra parte: "Optimism Bias" contro "Pessimism Bias". Bias è una parolina pericolosa che in inglese ha un significato biforcuto: come quel farmacon che già nell'antica Grecia voleva dire "droga" e "medicina". Bias vuol dire "pregiudizio" ma anche "influenza". E "The Optimism Bias" si chiama il libro di Tali Sharot che il settimanale Time ha celebrato con un'inchiesta di copertina. Sharot è una neuroscienziata che lavora tra gli Usa e l'Inghilterra. Ma la scienza dell'ottimismo ha varcato da tempo i confini delle neuroscienze. The Rational Optimist è il titolo con cui l'esperto di evoluzione e genetica Matt Ridley racconta perché il mondo è destinato a inseguire - malgrado quello che siamo tentati di pensare - le sue magnifiche sorti e progressive. E il futuro in rosa ha conquistato perfino due economisti come Manju Puri e David T. Robinson che hanno dato forse la definizione più colorita ma efficace del mistero. L'ottimismo è come un buon bicchiere di vino rosso: un bicchiere al giorno fa bene ma una bottiglia potrebbe essere pericolosa.
Continua ...

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