lunedì 30 maggio 2011

La Lega: Silvio indichi il successore

I nomi in ballo sono Tremonti e Formigoni. Voci su Bondi alla direzione editoriale del Giornale

FRANCESCO BEI
Nel governo le carte stanno per essere gettate sul tavolo. Se i ballottaggi dovessero trasformarsi per il Cavaliere in un bagno di sangue, il Carroccio si appresta a chiedergliene conto. Una prospettiva che Berlusconi scaccia come "irrealistica", forte di quel patto che due settimane fa è stato rinnovato a palazzo Grazioli.
"BOSSI - rammenta Paolo Bonaiuti - ci ha dato precise garanzie sul futuro". E tuttavia la politica è un terreno insidioso, anche i patti d'acciaio posso trasformarsi in stagno di fronte a una grandinata elettorale.
Nel Pdl ricordano oggi con apprensione il precedente di Romano Prodi. L'alleanza con Bertinotti e la sinistra radicale era stata fino a quel momento la polizza sulla vita del Professore. Finché l'allora presidente della Camera, parafrasando Flaiano, paragonò Prodi a Cardarelli, "l'ultimo poeta morente", decretando finita l'esperienza dell'Unione, salvo aggiungere che il governo poteva anche andare avanti "fino alla fine della legislatura". Dopo quell'intervista Prodi durò un altro mese e si dimise. Ecco, le condizioni di debolezza del centrodestra, la paralisi di fatto dell'esecutivo, stanno rapidamente portando il premier a uno scenario simile.
E dunque nel Carroccio, ai piani alti, si vanno svolgendo ragionamenti che prevedono esplicitamente il dopo-Berlusconi. Non sarà un processo semplice, ma l'intenzione - sempre che i ballottaggi dovessero risolversi in una debacle - è quella di mettere il premier di fronte a una scelta secca: indicare in fretta il proprio successore, oppure dire addio all'alleanza con la Lega. Emissari del Carroccio hanno già iniziato a sondare il terreno con gli uomini più vicini al Cavaliere: "Se ci rendiamo conto che con Berlusconi si perde, tanto vale presentarci da soli alle politiche. Perso per perso, recuperando la nostra autonomia e con una linea dura possiamo di sicuro limitare i danni". Conta il precedente di Casini nel 2008, quando l'Udc, nonostante tutti i pronostici e con una campagna elettorale di fatto bipartitica, riuscì comunque a portare a Montecitorio 36 deputati. Comunque la linea non è ancora questa. Dipenderà dal Cavaliere e dalle sue risposte. "Berlusconi - spiegano nel Carroccio - per noi è un alleato importante e finora è stato l'unico che ci ha consentito di portare a casa il federalismo. Per cui l'alleanza con il Pdl la vogliamo mantenere, ma non può essere lui il candidato premier. Scelga un suo successore e iniziamo a preparare subito le elezioni per vincerle". L'idea è quella di andare al voto con un anno di anticipo, approfittando della disorganizzazione del centrosinistra. Venuto meno Berlusconi, osservano nella Lega, verrebbe meno anche il pretesto che tiene insieme l'alleanza larga da Vendola a Casini. Cosicché le opposizioni sarebbero costrette a ripensare le coalizioni possibili in vista del voto.
Continua ...

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