lunedì 30 maggio 2011

In Russia uccisi tre funzionari della Banca centrale. Mistero sul movente

MOSCA - Questa volta la polizia di Mosca non ha potuto più tacere: nel giro di un solo mese, a maggio, nella capitale russa tre alti funzionari della Banca centrale sono stati uccisi in circostanze assai misteriose. L'ultimo, il 58enne analista capo del Dipartimento creditizio, è stato trovato morto domenica mattina in un parcheggio, accanto alla sua auto, con una ferita alla testa. «Non si può dire ancora che fosse stata la ferita a causare la morte», ha dichiarato a titolo dell'anonimato un rappresentante della polizia criminale all'agenzia stampa Interfax.

I due casi precedenti risalgono al 10 e al 14 di maggio i giorni in cui a Mosca erano stati trovati i corpi senza vita di un capo di un Dipartimento dell'Istituto centrale della Russia e di una donna di 33 anni che ricopriva la carica di economista sempre alla Banca centrale. La polizia non ha voluto rivelare i nomi delle tre vittime, riconoscendo però il fatto secondo cui in nessuno dei casi gli assassini si sarebbero impossessati di denaro, di gioielli né di altri oggetti preziosi (telefoni cellulari, notebook) delle persone uccise. «Abbiamo ritrovato il corpo dell'economista della Banca centrale non lontano della casa sua. Stava tornando a casa dal lavoro. Prima di morire è stata brutalmente picchiata. L'attaccante non ha preso niente: gioielli di oro e di diamanti, denaro, carte di credito, tutto è rimato sul posto del delitto», ha raccontato la fonte dell'Interfax.

Per il momento la polizia non si sbilancia e dichiara di non avere elementi validi per collegare tra di loro questi tre assassini. Altrimenti si potrebbe parlare di una caccia vera e propria ad alti funzionari della Banca della Russia.

Il caso più clamoroso di assassinio di un dirigente dell'Istituto centrale russo risale al 13 settembre del 2006, quando due killer uccisero a colpi di kalashnikov il vice Governatore della Banca centrale, Andrej Kozlov, e il suo autista. La giustizia russa ha riconosciuto come mandante del delitto, il banchiere, Aleksej Frenkel, la cui banca, in seguito a una denuncia di Kozlov, perse la licenza operativa. Secondo i risultati dell'indagine Frenkel, accusato da Kozlov di riciclaggio di denaro sporco, pagò a un rappresentante degli ambienti criminali russi per l'organizzazione dell'uccisione di Kozlov 300.000 dollari, mentre i due killer ricevettero per il loro lavoro cruento 8.500 dollari ciascuno.

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