Non sarà certamente il "caso Bisignani", il faccendiere agli arresti domiciliari per favoreggiamento, a farci scoprire adesso che "l'informazione è potere". E sappiamo pure che può essere un contro-potere, se svolge il compito di controllare il potere costituito in nome e per conto della pubblica opinione, come spetta alla libera stampa.
Ma la vicenda imperniata sull'ambigua figura di Luigi Bisignani e su quella ancora più equivoca dell'ex magistrato Alfonso Papa, il deputato del Pdl per il quale gli inquirenti hanno chiesto l'arresto, dimostra che l'informazione può diventare anche un anti-Stato. O meglio un contro-Stato, come mi corregge dopo un intervento televisivo l'amico "libertario" Luciano Lanza, alludendo a chi combatte l'organizzazione statale esistente per sostituirla con un'altra forma organizzativa di Stato. Vale a dire, nel caso specifico, un'attività di condizionamento delle istituzioni per orientarne e influenzarne le scelte: dal governo al Parlamento e alla magistratura, fino al sistema dei media e in particolare alla Rai.
Proprio questo era, in base alle accuse delle magistratura, l'obiettivo fondamentale della ragnatela di rapporti e relazioni intessuta da Bisignani, per rafforzare e ampliare il suo potere realizzando affari o malaffari. Dovremo attendere ovviamente che la giustizia - come suol dirsi - compia il suo corso e accerti le responsabilità. Ma intanto dalle anticipazioni delle carte processuali emerge già un intrigo a dir poco torbido e inquietante. E come in altri casi analoghi, le intercettazioni telefoniche aprono uno squarcio illuminante che fa prevalere l'interesse pubblico a conoscerne il contenuto anche sul rispetto formale della privacy.
Continua ...
http://www.repubblica.it/dal-quotidiano/rubriche/2011/06/25/news/il_bavaglio_del_potere_contro_l_informazione-18205425/
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