sabato 25 giugno 2011

Intercettazione, il premier frena i falchi "Serve un testo accettato dal Colle"


Il capo del governo è sicuro che anche il Colle vuole  bloccare "questo stillicidio". Ma sulla mossa di Palazzo Chigi cala il gelo della Lega. Nel Pdl c'è chi vuole usare la mano dura con i magistrati con una riforma definitiva

di LIANA MILELLA  ROMA - Questa volta, sulle intercettazioni, Berlusconi è certo di poter "mettere in un angolo" Napolitano. Di poterne incassare la firma, "messa senza fare una piega", sotto il mini disegno di legge che segreta verbali e telefonate fino al processo. Lo propose l'ex Guardasigilli Clemente Mastella nel 2006. Lo votarono destra e sinistra un anno dopo.

Adesso, nella mente dei più stretti collaboratori del premier, è diventato il più utile grimaldello "per uscire dalla palude delle intercettazioni". Tant'è che Berlusconi ha detto a più d'una persona: "Napolitano non può sollevare obiezioni su un testo che blocca questo indecente stillicidio di gossip che non hanno nulla a che vedere con i reati. Il nostro sarebbe un intervento di civiltà giuridica e voglio proprio vedere se dal Colle avranno il coraggio di mettersi di traverso. Sono certo fin d'ora che non sarà così".

Il Cavaliere ha in mente poche, ma ben studiate mosse. Innanzitutto il "pieno assenso" del capo dello Stato. Niente malumori del presidente. Ma "un sì tutto tondo". Vuole tentare la carta dell'intesa istituzionale e bipartisan, "perché ci sta tutta se si sta parlando di garantire la privacy". Gli hanno sentito dire che né il Pd, né Di Pietro possono dire di no, perché i pettegolezzi sulla vita privata dei ministri non rientra nel diritto di cronaca.

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