sabato 25 giugno 2011

Parma, lancio di monetine dopo arresti per corruzione



A Parma è scoppiata la rivolta con lanci di monetine contro esponenti della maggioranza di centrodestra dopo che un'inchiesta ha portato all'arresto di undici persone per peculato e corruzione, tra cui imprenditori e due stretti collaboratori del sindaco. L’ultima tegola su un Comune già a rischio di fallimento.

In mattinata, un comunicato della Guardia di Finanza ha reso nota la seconda parte dell’operazione Green Money (qui il video). E per la città è stato un colpo. Come si legge nel comunicato, le indagini «sono proseguite portando alla ulteriore ricostruzione del giro vorticoso di interessi privati soddisfatti attingendo o meglio depauperando ingenti risorse pubbliche». Gli arrestati dalla Guardia di finanza per peculato e corruzione sono undici, tra cui imprenditori, due stretti collaboratori del sindaco, Emanuele Moruzzi e Carlo Iacovini, e il comandante della Polizia municipale, Giovanni Maria Jacobazzi.
Moruzzi è il direttore del settore Mobilità e Ambiente del Comune. Iacovini è un ex dirigente in una società partecipata (Infomobility) ed ora era responsabile di un progetto comunale. Sono accusati di aver distratto, con un complesso sistema di false fatturazioni, somme destinate ad opere di pubblica utilità, mai realizzate o eseguite per importi molto inferiori. Soldi pubblici che sarebbero stato drenatì grazie all'aiuto di Mauro Bertoli, direttore di Enia, (la multiutility partecipata anche dal Comune di Parma poi confluita in Iren), accusato di aver gestito il sistema delle tangenti che lo scorso anno ha portato all'arresto di Nunzio Tannoia, funzionario di Enia che materialmente - secondo le indagini - ha intascato le mazzette. Un sistema che coinvolgeva «controllati e controllori», secondo il procuratore Gerardo Laguardia, e che è venuto allo scoperto proprio con la prima tranche di indagini. 

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