venerdì 29 luglio 2011

La questione morale ed il PD


L'altra sera guardavo il tg del buon Mentana. Ad un verto punto l'argomento è stato Penati, il PD e la questione morale. Il servizio che hanno fatto vedere non diceva nulla di più rispetto alle cose che già si sanno, mi ha colpito però una cosa.
Ad un certo punto inquadrano, dentro il consiglio regionale, Penati che si dirige verso la giornalista diLa7 e rilascia una dichiarazione e dice di essere estraneo ai fatti che gli vengono imputati. Finito il discorsetto entra nell'aula del consiglio e dopo qualche secondo si avvia verso un librone aperto dove appone la sua firma.
 
La giornalista spiega che per non perdere la diaria giornaliera di 144 euro è necessario firmare il foglio presenze, dopodiché spiega anche che la presenza del tipo all'interno dell'aula è stata di qualche minuto.
Non sapevo nulla di questa cosa (diaria ed obbligo della firma) e la sottolineatura è della giornalista che ha intervistato l'ex vicepresidente del consiglio regionale.
 
Bersani sulla questione morale fa la faccia cattiva, dice che accetta le critiche ma non le aggressioni. Lo dice con piglio serio perché lo fa arrabbiare l'essere messo nel mazzo, con il suo partito, con tutti gli altri faccendieri che riempiono le pagine dei giornali.
 
Se uno scorre la cronaca di come gli "amministratori" riformisti si sono dilettati in questi anni a gestire la cosa pubblica ha, sicuramente, materia per fare qualche "sommessa" critica al buon Pierluigi. Prendo solo la mia regione (Piemonte) e rivado con la memoria alla Bresso ed alla sua giunta. Mi torna alla mente un'episodio che inquadra molto bene come questa gente abbia a cuore l'argomento.
 
Nel 2005 la Fiat vendette alla Regione un'area di circa 300.000 mq alla cifra di 70 milioni di europerché quella era una delle condizioni per mantenere la produzione delle auto a Torino. In questo modo si liberava di un asset immobiliare inutilizzato (gli stabilimenti erano vuoti) e faceva cassa. Insomma il solito ricatto, fatto ad un'intera città con il solito metodo che in seguito è stato usato sugli operai, in tema di contratti, è che ha la sua filosofia nella massima che dice: prendere o lasciare.
 
Per l'occasione l'idea geniale dei nostri amministratori fu quella di creare una società a capitale misto (per lo più pubblico), la Tne, che avrebbe dovuto promuovere l'insediamento in quell'area di aziende facenti parte della filiera automobilistica. Fu fatto un bel consiglio d'amministrazione, furono inseriti "manager" dall'alto profilo e si dette inizio alle danze. Il risultato catastrofico è che da anni si pagano lauti emolumenti, agli uno ed agli altri, e di aziende che avrebbero dovuto insediarsi manco l'ombra. Significa che paghiamo compensi a gente che distrugge risorse pesando sul bilancio della collettività.
In compenso la Fiat ha incassato i quattrini e continua con la sua nota politica del convincimento su come è giusto fare business in questo paese.
 
C'è una questione morale in questo? Io penso di sì. C'è nel fatto che Penati neanche si preoccupa di un comportamento che in qualsiasi altro luogo di lavoro non sarebbe accettato, firmare per non dover rinunciare alla diaria e per un impegno di una qualche manciata di minuti.
Continua ...

Nessun commento:

Posta un commento