venerdì 1 luglio 2011

Costi della politica? Tremonti li taglia…agli altri



Gli assurdi privilegi di cui godono i rappresentanti del popolo italiani sono salvi per questa legislatura
Per certe cose c’è fretta, per altre si può ragionare, mediare, trattare. Soprattutto quando si tratta dei costi della politica che Giulio Tremonti aveva fatto circolare di essere intenzionato a tagliare con un meraviglioso pizzino sotto forma di disegno di legge fatto pubblicare ad arte sul Corriere della Sera.
TAGLI SENZA FRETTA – Tremonti invece non ha fretta. E in conferenza stampa a Palazzo Chigi ci spiega di cosa parla: “La riduzione dei costi della politica è stato oggetto assolutamente di una concorde valutazione. Il valore non è economico, non ci fai la manovra ma senza non entri nella stanza della manovra. Non puoi ridurre se non ti autoriduci”. In soldoni che vuol dire? Che il valore è politico, nonostante le entità complessive siano piccole: serve per dare un segnale al popolo. Ovvero, che i sacrifici li fanno tutti, anche loro. Insomma, un segnale importante, netto, di austerità, che al confronto “Poveri ma belli” era un filmetto. Ed eccola, la grande proposta di Tremonti: “Vogliamo un rinvio alle prassi europee, vogliamo importare in Italia il paradigma europeo a tutti i livelli”. A partire “dalla prossima legislatura”, facendo una media di costi “dei 6 grandi paesi dell’area euro” da importare in Italia. E quindi, per tagliare i costi della politica quel gran genio del ministro che tutto il mondo ci invidia, che ti fa?
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