Genocidio, questa è la parola per descrivere quello che sta accadendo in questi giorni in Libia. Ma a cosa porterà il precipitare della situazione, in un paese forse destinato alla guerra civile, dove il dittatore dichiara la ferma volontà a rimanere al potere fino alla morte. Ovviamente migliaia di morti. Morti che sono sulla coscienza di chi ha venduto le armi ad un feroce e sanguinario tiranno.
Genocidio, questa è la parola per descrivere quello che sta accadendo in questi giorni in Libia, tra l'altro come definire i bombardamenti sui manifestanti contro il regime del Colonnello Gheddafi. Le armi che stanno massacrando la popolazione libica provengono da Russia, Francia, Gran Bretagna e Italia.
Nel 2008 nel "Trattato di cooperazione e amicizia" tra Italia e Libia, all'articolo 20 si legge "Si impegnano altresì ad agevolare la realizzazione di un forte ed ampio partenariato industriale nel settore della Difesa e delle industrie militari".
Dopo i primi morti nelle piazze libiche, la posizione del Governo italiano è stata debole. Rasentando l'indecenza, la prima cosa che è venuta in mente a B. è stata di non volerlo disturbare. D'altra parte cosa ci si può aspettare da chi ha baciato le mani insanguinate del dittatore libico.
Ma a cosa porterà il precipitare della situazione, in un paese forse destinato alla guerra civile, dove il dittatore dichiara la ferma volontà a rimanere al potere fino alla morte.
Ovviamente migliaia di morti.
Morti che sono sulla coscienza di chi ha venduto le armi ad un feroce e sanguinario tiranno. Colpe che ricadono anche sull'Italia, che pur di fare affari ha armato un dittatore scellerato che non esita a bombardare le folle che lo contestano.
Il genocidio continua.
Nessun commento:
Posta un commento