Tripoli: se ci attaccano, migliaia di morti. Usa: nessuna soluzione è esclusa se continuano violenze. Ue vara sanzioni.
ROMA - Nel giorno in cui Muammar Gheddafi sfida l'Onu affermando che la risoluzione votata due giorni fa è «nulla» e «non ha alcun valore», gli Stati Uniti hanno fatto scattare il riposizionamento delle loro forze armate, navali e aeree, attorno all'area della Libia: lo ha annunciato uno dei portavoce della Difesa americana, David Lapan. La decisione del Pentagono, ha spiegato Lapan, è una conseguenza dell'intensificarsi della richiesta da parte della comunità internazionale di porre fine al regime di Gheddafi, in carica da molti decenni. «I nostri strateghi sono al lavoro - ha aggiunto Lapan - e sul campo abbiamo molti piani per far fronte all'emergenza. Così può essere detto che in quest'ambito stiamo riposizionando le nostre forze navali e aeree per essere capaci di fornire opzioni e flessibilità, una volta che le decisioni sono state prese».
Clinton: nessuna azione militare imminente. «Non c'è nessuna azione militare imminente che coinvolga forze navali americane» ha detto Hillary Clinton rispondendo ad una domanda riguardo al riposizionamento di forze navali e aeree Usa nei pressi della Libia. «Come voi sapete vi sono forze navali Usa in tutto il Mediterraneo in basi Nato e di Paesi ospitanti - ha detto il segretario di Stato - Noi crediamo che ci sarà bisogno di un sostegno ad un intervento umanitario e, sfortunatamente, di soccorso, visto che vi sono migliaia di tunisini che stanno cercando di lasciare la Tunisia».
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