lunedì 28 febbraio 2011

Trame e rivolte nel piccolo Gibuti

Le rivolte nel mondo arabo contagiano anche Gibuti, un Paese di piccole dimensioni ma dalla grande importanza strategica nel Corno Africa. L’ennesimo effetto collaterale della scarsa lungimiranza dell’Occidente, sempre pronto a chiudere entrambi gli occhi davanti ai regimi considerati "amici"

Trame e rivolte nel piccolo Gibuti

1. L’8 giugno scorso pareva che sui cieli di Gibuti, piccolo Stato incastonato tra il Corno d'Africa e il Mar Rosso fosse finalmente tornato il sereno. Il governo aveva accettato la mediazione del Qatar per risolvere l'annosa disputa territoriale con l'Eritrea riguardo all’istmo di Ras Dumayra e le alture di Gabla, territori di nessuno ma rivendicati da entrambi 1. Una disputa seguita da vicino da Francia, Stati Uniti, Egitto, Cina e Russia.

Ora, invece, la piccola repubblica deve fare i conti con una rivolta interna sulla falsariga di quelle in corso in tutto il Maghreb, che pur nell'indifferenza dei media sta allarmando non poco le cancellerie straniere.

Il 18 febbraio le strade della capitale sono state teatro di un'imponente manifestazione a cui hanno preso parte circa 30.000 persone 2 per chiedere a gran voce le dimissioni presidente Ismail Gulleh, al potere dal 1999 dopo essere succeduto allo zio Hassan Gouled Aptidon. Proteste proseguite anche nei giorni successivi e che hanno provocato un morto e molti arresti. Alla base della sollevazione c'è il malcontento popolare per le difficili condizioni economiche sofferte, in confronto a quelle sempre più floride di una classe dirigente corrotta e animata da opachi interessi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata un emendamento della costituzione, operato dal presidente, che gli consentirebbe di candidarsi per un terzo mandato.

Continua ...

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