Scandalo sanità in Puglia, Gianpaolo Tarantini rivela come ha agganciato la corte di D'Alema. Nei verbali dell'inchiesta i racconti delle cene e delle gite in barca per aggraziarsi l'ex ministro degli Esteri
Nei piani di Gianpi Tarantini non c’era soltanto il premier Silvio Berlusconi. C’era anche l’ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema. L’obiettivo: essere “accreditato”. È il 4 settembre 2009 quando, dinanzi alla pm Desirè di Geronimo, Tarantini racconta lo scopo della cena organizzata al ristorante “La Pignata ” di Bari: “Invitare i primi dirigenti delle Asl, i primari e fare bella figura, facendo vedere che c’era il presidente D’Alema. Non era la finalità di finanziare un partito, non me ne fregava niente (…). Quando vuoi fare bella figura con i primari, i dirigenti di una Asl, inviti il ministro degli Esteri, sei un po’ più accreditato”.
D’Alema ha sempre dichiarato di aver incontrato Tarantini senza sapere chi fosse. Ma la versione dell’ex ministro degli esteri deve fare i conti con quella di Tarantini che più volte nell’interrogatorio, ribadisce di aver frequentato un intimo amico di D’Alema, Roberto de Santis. E oltre l’incontro in barca a Ponza, Gianpi, riferisce di un ulteriore week end con D’Alema, nel Salento. E l’idea della cena, spiega Tarantini, nasce proprio dai precedenti incontri con D’Alema: “Avendo fatto quel viaggio con D’Alema… nel 2007… speravo che l’amicizia con de Santis potesse giovarmi, anche presentandomi qualche esponente del Pd, il vantaggio era quello…. L’idea è nata perché volevo sponsorizzare il Pd e fare bella figura con dirigenti e primari, esclusivamente quello. Per essere accreditato”. “Lavorare nell’ambito della Sanità?”, domanda il pm. “Sì, certo”, risponde lui. Sebbene gli affari di Tarantini nel settore protesi, comunque, procedessero bene, Gianpi cerca comunque una sponda nel Pd. L’appoggio politico può risultare utile per contrastare l’ascesa delle aziende concorrenti: quelle dei figli di Tedesco. Ed ecco che il peso del conflitto d’interessi nella sanità pugliese, anche da questo verbale, emerge con chiarezza: “Se sei il figlio di un politico…!”, dice Tarantini alla pm, “hai qualcosa in più (…) Ti presenti come Carlo o Giuseppe Tedesco, era un’imposizione, credo!”.
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