Muscat, 28 feb. (Adnkronos/Aki) - Terzo giorno di proteste in Oman. Dopo gli scontri di ieri i manifestanti sono tornati in piazza nella città di Sohar, a circa 200 kilometri a nord-ovest di Muscat. Secondo il racconto dei testimoni, sarebbe stato incendiato un supermercato e i rivoltosi avrebbero anche accerchiato la città.
Centinaia di manifestanti, riportano i media arabi, hanno bloccato l'ingresso all'area industriale della città a nord del sultanato, che include un porto, una raffineria e una fabbrica di alluminio. "Noi vogliamo che i benefici dei proventi del petrolio vengano distribuiti alla popolazione" dice uno dei manifestanti. "Noi vogliamo che vengano ridotti i posti di lavoro per gli stranieri in modo che vi sia più occupazione per la popolazione locale", aggiunge.
Nel tentativo di isolare i rivoltosi le forze di sicurezza hanno bloccato le principali strade di Sohar. Secondo testimoni oculari, gli agenti avrebbero aperto il fuoco contro i manifestanti, circa 2.000, scesi in piazza per chiedere lavoro e riforme politiche. La polizia avrebbe fatto ricorso a gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere la protesta.
Secondo quanto riferiscono fonti mediche del sultanato del Golfo è di sei morti il bilancio degli scontri di ieri tra manifestanti pro-democrazia e forze di sicurezza.
Dopo il Bahrain, la rivolta in Oman contro il sultanato al potere da 40 anni, aumenta il timore che la protesta possa contagiare anche altri paesi del Golfo, Kuwait e Arabia Saudita in testa.
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