lunedì 6 giugno 2011

L'allarme dei Verdi in un dossier "Ci proveranno con i mini-reattori"

Se il quorum fallisse, il governo attuerebbe un piano alternativo a quello basato su centrali tradizionali. Per gli ideatori, oltre a costare di meno, si adatterebbe meglio al territorio italiano. Ecco le mosse del governo in vista del dopo-referendum

di CORRADO ZUNINO
ROMA - Ne sono convinti i Verdi: il governo italiano non ha intenzione di mollare sul nucleare. Il partito ambientalista ha prodotto un dossier per dimostrare come negli ultimi 75 giorni - dall'annuncio di una moratoria sul nucleare ad oggi, vigilia della decisione della Corte costituzionale sul referendum sull'atomo - i ministri di Silvio Berlusconi abbiano continuato a lavorare con due missioni successive: riuscire a fermare la consultazione popolare e riproporre, quindi, una versione meno aggressiva di sviluppo nucleare. Un vero e proprio Piano B, quello che viene etichettato come "opzione americana".
Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, presentando il dossier, dice: "Gli ardori atomici dell'esecutivo non si sono placati. C'è un fatto indicativo: nelle stesse ore in cui è stata annunciata la moratoria, il 24 marzo, il Consiglio dei ministri ha approvato un secondo decreto sulla localizzazione delle centrali con le correzioni necessarie dopo la prima bocciatura della Consulta". Ci sono diversi elementi, sostiene il dossier, che portano a credere che l'accordo nucleare del 24 febbraio 2009 tra Berlusconi e Sarkozy, benedetto a Villa Madama dall'Enel e dalla francese Edf, oggi non sia più cemento armato, che l'attività di lobbying di alcuni ministri sia tornata forte e che nel grande business del nucleare italiano (30 miliardi di euro) possa rientrare il gruppo Westinghouse-Ansaldo.
Continua ...

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